SCARPE DA RUNNING UOMO GRIGIE

 Nicolò stava correndo, la luce d’avanti a lui si stava spegnendo, una voce in lontananza avviso il giovane del suo fato:

Buonanotte

il risuono di quelle parole rimbalzo nella stanza dove l’umano stava correndo raggelandoli le vene, la voce di quel suono ricordo a Nicolò sua madre, sentiva l’abbandono, sentiva che l’unica persona a cui si era affidato lo aveva abbandonato, eppure la voce continuava a riecheggiare in quel corridoio da troppo, sua Madre non c’era più, una delle poche cose che li davano sicurezza si stava facendo scrutare dal giovane e l’abbandono lo stava tormentando e sbeffeggiando.

La corza proseguiva, un corridoio lunghissima separava l’umano da una luce intrinseca di sicurezza, una figura alle spalle di Nicolò continuava ad avvicinarsi, nessun urlo da tale soggetto e neppure da Nicolò, la sua bocca era cucita da dei fili dorati che privavano di movimento anche le gambe, legate l’una all’altra, le sue braccia erano come incapacitate, gli impulsi del giovane non le raggiungevano, la figura alle spalle era immersa nell’ombra, non era riconoscibile di sfuggita e Nicolò non riusciva a girarsi per pura paura, neanche la curiosità superava il suo impulso di fuggire da esso, l’obiettivo era una porta di legno da cui un piccolo raggio di luce fuoriusciva e illuminava minimamente quel corridoio buio con pareti opache e scure, il pavimento al tatto dei piedi era stranamente liscio ma comunque forato da piccoli buchi dai quali traspariva un leggero riflesso dell’unica fonte di luce che a sua volta rappresentava l’unica direzione certa.

La corsa sembrava proseguire ormai da più tempo, le gambe stavano sanguinando e il cuore battente stava facendo rimbombare un martellamento nel corridoio che ad ogni battito sembrava rispondere inversamente e far si che le pareti si avvicinassero fra loro restringendo lentamente lo spazio disponibile chiudendo e rendendo lo spazio agibile sempre minore, fortunatamente Nicolò non era molto largo e neanche alto ma oramai faceva fatica a reggersi in piedi, ogni passo era sempre più pesante e colpendo il pavimento duro dava il contraccolpo che colpiva sempre di più la piana nuda del piede, una fitta prese come una coltellata il fianco del corridore che per poco non cadde, la porta era sempre più vicina ma c’era qualcosa di strano la dimensione della porta non sembrava cambiare nonostante questa sembrasse sempre più visibile nella oscurità, sembrava come se si stesse rimpicciolendo.

Non mancava poco, la luce era già molto più visibile e dalle pareti si riusciva a vedere gli angoli che le collegavano al soffitto e al pavimento, ma ciò solo in lontananza, vicino a Nicolò l’ombra alle sue spalle era sempre più vicina finché qualcosa di freddo non li tocco il collo, un solo istante ma ciò basto a far correre ancora più velocemente il giovane, il filo dorato stava lentamente scavando nella carne delle cosce facendo fuoriuscire un liquido nero che colava per le gambe, qualcosa di gelatinoso tocco il gomito del umano facendoli cadere il braccio, nessun suono di caduta.

Il pavimento inizio a diventare morbido facendo sprofondare il passo di Nicolò ma la porta era vicina mancava solo 10 passi ma Nicolò per via di un giramento cadde impattando per terra, non si fermo, la porta era alta un metro,ci arrivo e afferro la maniglia, qualcosa lo prese alla gamba trascinandolo indietro, il braccio ora si muoveva e lo aggrappava alla porta, questa si apri ma…


una donna usci da una stanza, si allontano un attimo e senti l’urlo di suo figlio a cui aveva dato la buonanotte un istante prima:

Nicolò perché piangi?

Disse la madre per poi rientrare velocemente nella stanza del neonato da dove continuava a sentire un pianto, apri la porta e vide il bimbo zitto che respirava tranquillamente, la madre si avvicino ma l’urlo inizio a peggiorare, la donna terrorizzata prese il bimbo avviandosi verso l’uscita di quella stanza correndo ma cadde inciampando su qualcosa di viscido, facendo cadere suo figlio, si giro per guardare nella direzione di ciò che la ha fatta cadere da cui capi solo ora che il suono del pianto proveniva.

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